giovedì 24 giugno 2010

LETTERA AL DIO DEL PALLONE



Ciao Dio del pallone,
ti scrivo perchè è tanto che non ci sentiamo, e approfitto di questa lettera per farti alcune domande che da oggi pomeriggio mi girano in testa.
Come stai?
Ti piace il Mondiale in Sudafrica?
Hai anche tu una vuvuzela?
Anche in Paradiso è saltato il digitale terrestre?
Quanto costa il biglietto nella tua tribuna?
Per chi fai il tifo quest'anno?Tifi Germania come Ratzy?
Queste erano le domande di riscaldamento, un pò per farti capire che non vengo con intenzioni ostili, e porto comunque molto rispetto per uno che fa il lavoro come il tuo.
Ci conosciamo da tanto, purtroppo non abbiamo mai avuto un rapporto facile. Però io e te non abbiamo mai smesso di amarci. Anche se tifo per il Toro, che di amore me ne da a sprazzi, come una ragazza difficile ma bellissima. Anche se sono italiano.
4 anni fa mi hai regalato un sogno, hai realizzato un desiderio che ogni ragazzo vorrebbe esaudito, la propria nazionale campione del Mondo, in cima alle stelle, in cima al più alto dei traguardi, sull'Olimpo, proprio dietro casa tua.
La notte italiana era calda e ci avvolgeva, come le bandiere rattoppate dell'82 dei genitori che qualcuno sventolava con orgoglio. Noi come fratelli camminavamo per le strade e ci lanciavamo nelle fontane, stringendoci in quel tricolore mai così orgogliosamente nostro.
Ho ancora in armadio la gazzetta che titolava "E' tutto vero". E svegliandoci la mattina, camminando per le strade, ci siamo stropicciati gli occhi tutto il giorno, pizzicandoci di continuo a vicenda. Non era un sogno, era vero, e come i sogni più belli ce lo ricordiamo ancora.
Ora, 4 anni dopo, ci cacci giù dall'olimpo e ci mandi all'inferno, ultimi nel girone, fuori dai Mondiali, dopo torelli di slovacchi, paraguegni e neozelandesi che in nazionale schierano pompieri, commercialisti e ortobotanici. E come se non bastasse mi illudi anche facendomi sperare nella rimonta con Quagliarella che si improvvisa Maradona...ma Quagliarella non è Maradona. Lo sai tu, e lo so io.E Simone Pepe, pur avendoci messo i polmoni e le gambe, non è Fabio Grosso.
Perchè non potevi farci stare ancora un pò lì con te? Non dico di riprenotarci il posto, di tenerci ancora 4 anni, capisco che un italiano in casa dopo 4 anni è come l'ospite che puzza, ma dammi solo un minuto un soffio di fiato un attimo ancora! Caro Dio del Pallone mi fai cantare i Gemelli Diversi ti rendi conto?
Però forse ora che ti scrivo, capisco da solo il perchè. Forse quando ci facciamo delle domande siamo già vicini alla soluzione.
Forse la Coppa del Mondo non è un'impresa personale, ma la vittoria di un popolo. Forse la Coppa del Mondo non va a chi cerca gloria come coccarde sul petto. La Coppa del Mondo si prende con la corsa e con il fiato, non con l'eleganza e il dominio tecnico. Raramente la Coppa è vinta dalla squadra più forte. Perchè per tirare un rigore in finale non bisogna essere forti, bisogna avere fede. Bisogna prendere un treno che passa perchè è destino che passi.
Un allenatore che rincorre il bis mondiale riuscito a pochi, pochissimi e non si tiene in bacheca il ricordo di una straordinaria vittoria nel mezzo di una bufera di scandali, è un allenatore che è inseguito dal suo stesso fantasma. Un allenatore che fa proclami di vittoria prima ancora di averne avuta una di vittoria sul campo. Come un federmaresciallo che mantiene l'ordine con le punizioni e la voce altra, e ricorda che questa volta sul suo carro del vincitore non farà salire tutti. Con la paura di sbagliare ad ogni passo e quindi tenendosi strette le proprie certezze di squadra, un Cannavaro granitico, statuario nel vero senso della parola, un Gilardino poeta nichilista del gol, un Pirlo sonnolento e malinconico che ha cercato in un ultimo sprazzo di portarsi la squadra a tracolla. Ma non ci è riuscito. L'onda è passata, e ha chiuso un ciclo portandoselo via.
Forse era meglio stare a Viareggio e fare lunghe passeggiate sulla spiaggia ricordando Il cielo sopra Berlino.

A Johannesburg stanotte è prevista pioggia, e sul nostro carro non c'è neanche un telone.

3 commenti:

  1. Triste vedere l'Italia così, giocare senz'anima...Siam caduti proprio in basso con questo Mondiale, l'ho vista vincere e l'ho vista uscire ai quarti e agli ottavi, ma mai mi aveva tolto l'entusiasmo di tifare e sognare per Lei...
    Comunque bel pezzo Ema ciao !

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  2. Che giornata triste cara Italia. Un illusione che evapora, l'idea che forse poteva starci la doppietta e che in questa, come in quella estate, potevamo veramente "stringerci più forte, perché questa notte é più bello essere italiani". Invece no. Da oggi di nuovo politica, corrotti, l'ultima moda a Milano Marittima e l'attesa per il prossimo reality.

    Mi sono commosso Ema.

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