lunedì 26 ottobre 2009

Barack Obama ha saltato un dibattito in tv con una scusa per venire in sala giochi con te.



Barack Obama ha partecipato a Chi vuol essere milionario, e la telefonata a casa l'ha fatta a te.
Barack Obama sta male dentro quando tieni il broncio.

Ormai Barack Obama è sinonimo di innovazione, di speranza, di futuro che ci creiamo con le nostre mani. Potremmo dire che lo stesso Barack Obama è fatto della pasta di cui sono fatti i sogni. Bello, giovane, potente. Ecco a voi il presidente che tutte le nazioni vorrebbero.
Ma è davvero così sana l'iconografia obamiana che ormai dilaga in ogni forma? L'ultima trovata è l'eclatante collezione "Art for Obama", dipinti figurativi della star del momento, stroncata dal Washington Post come intrisa di una "inquietante vena di totalitarismo". Forse in Italia non è così forte come negli Stati Uniti l'Obama-mania, una moda travolgente e incontrastabile che cresce di giorno in giorno. Dipinti, tazze da caffè, poster e pins. Se non fosse già momentaneamente sistemato a fare l'uomo più potente del pianeta la Nike e la Coca-Cola farebbero follie per averlo nella loro scuderia.
E questo prima del 9 ottobre! Barack Hussein Obama si addormenta pensando che tra poco festeggerà il primo anno di mandato presidenziale. La figlia lo sveglia e gli dice "Papà hai vinto il Nobel, buongiorno!" Come dare degli anabolizzanti a un cavallo già vincente.
Si può essere d'accordo o no sulla vicenda, la storia ci dirà se il Nobel alle intenzioni è stato uno sprinter o un paracadute per i progetti di Obama.
Quello che è sicuro è che il mito si ingrandisce.
I dipinti della collezione "Art for Obama" cavalcano la moda, e sono vecchi, antiquati, non stupiscono nè inneggiano a cambiamenti. Il genere pop che mischia tendenze e stili questa volta non riesce nell'intento e forma una minestra riscaldata, fastidiosa, e banale.
Il timbro forzatamente iconografico rispecchia l' idolatrazione dell'immagine del capo fascista, del dittatore russo, del sovrano insomma.
In una nazione che Obama vorrebbe innovativa e al passo con i tempi ritornano i fantasmi di un patriottismo che spaventa anche se non è di destra, e che immerge la nuova folla inneggiante al nuovo eroe, in un'adorazione totale e docile, quasi ipnotizzata.

Magari anche in Italia vorremmo essere così adoranti del Presidente del Consiglio, magari è solo invidia.

giovedì 22 ottobre 2009

Dopo non vedo non sento non parlo.....ti urlo ti insulto ti sbeffeggio.



TEOREMA DI BRUXELLES: Poniamo di prendere tre parlamentari, includendo Borghezio tra questi. Se Borghezio risulta il più educato, è il momento di cominciare a preoccuparsi.

giovedì 8 ottobre 2009

Inglorious Bastards, un film simil-trash



##AVVISO SPOILER!
Questo articolo parla in parte della trama del film, non leggere se non l'hai ancora visto##


L'ultimo film di Tarantino è l'esatta definizione di ciò che un regista non dovrebbe fare.
Un regista, come qualsiasi altro dispensatore di arte, dovrebbe essere ben conscio di non stare effettuando un esercizio di stile, a meno che questo non sia dichiarato, e Inglorious Bastard non lo è, nè tantomeno dovrebbe considerare il proprio film come una auto-consacrazione, come un gioiello da incastonare su misura al proprio anello.
Le musiche nel film sono ben disposte, essenziali. Visivamente il film è curato, esplosivo, dinamico. Le inquadrature sono perfette. E allora?
Guardando Inglorious Bastard, scena dopo scena, dialogo dopo dialogo, scena dopo scena, attesa dopo attesa, si è contrastati tra due sentimenti: aprire gli occhi a palla sullo schermo e lasciare che la pellicola scorra facendo tacere i continui "mah..." che salgono alla testa, oppure uscire dal cinema e chiedersi...ma queste due ore e mezza erano proprio necessarie?
In questo film Tarantino non fa altro che essere indulgente con i suoi peggiori impulsi di cineasta e persiste nell'ignorare ciò che fa meglio. Arrogante per quanto riguarda la dimensione morale della storia, ancora più arrogante nei suoi infiniti "inside-joke". Neanche la classica sparatoria con pistole incrociate funziona più. Di conseguenza il film non rimane che undivertente, non sia mai, esercizio di stile con protagonisti nazisti cattivi da fumetti, ed ebrei vendicatori-rambo, il tutto sullo sfondo di una storia alternativa.
In aggiunta questo film richiede una pazienza nella visione che altri film di Tarantino non avevano mai richiesto. La maggior parte delle persone che ha visto Kill Bill non avrà probabilmente neanche respirato quando nella scena finale Bill racconta perchè ha cercato di uccidere Beatrix. In Inglorious Bastards si assiste ad una lunga serie di lunghi soliloqui, in cui emerge sia la raffinata costruzione dei personaggi sia la poca brillantezza dell'intreccio che essi hanno tra di loro.
Non si cerca di fare paragoni tra due film completamente diversi per trama e per struttura, ma analizzando la costruzione delle scene ci si rende conto di quando un film prende vita sullo schermo e quando dei personaggi mettono in scena una storia finta. Per due ore il film scorre tiepido interrotto da qualche gag dei personaggi.
Mischia tragedia e comicità, ma il risultato non è tragicomico.
Alla fine la vendetta è garantita dalla carneficina nazista nel cinema. Facile rifugiarsi nella storia alternativa quando non si hanno altre carte da scoprire. Soprattutto quando si è diventati un bambino che non può smettere di smanettare con il proprio giocattolo preferito.
Tarantino ha inquinato il trash che tanto amava. E ora cerca di imitarlo.

giovedì 1 ottobre 2009

Samarcanda

Possiamo dividere essenzialmente ciò che ci arriva dal mondo esterno come buone sensazioni e cattive sensazioni. Entrambe si possono paragonare all'effetto che ha un'onda sulla spiaggia. L'onda si prepara nel riflusso, la vediamo da lontano, la intuiamo, e poi in un secondo ha sbattuto contro la battigia e invade la spiaggia spargendosi in ogni direzione. L'onda non va via subito, rimane un pò, a volte è breve e corta e in un attimo si è esaurita, e ritorna indietro che già un'altra onda è pronta, altre è lunga e si espande per tutta la spiaggia, ogni cosa è sommersa. La cosa importante che sappiamo di ciò che ci arriva dal mondo esterno cioè da ciò che noi non siamo ma ciò che è altro da noi, è che tutto arriva, tutto va via.

La morte di un amico lascia un vuoto in mezzo alla spiaggia. L'onda della notizia si alza violentemente fino al cielo e piomba sulla spiaggia con uno schianto secco, da far tremare la spina dorsale. In mezzo alla spiaggia si crea un buco, e l'acqua cola da questo buco giù nelle profondità dell'anima fino a intaccarci le ossa, il cuore, i polmoni, fino a lasciarci bloccati, paralizzati, senza neanche più la forza di mandare via quest'acqua velenosa con le lacrime, tutto è seccato come se si fosse esaurita la linfa.
Il vuoto della perdita si rimargina lentamente, a volte ci vogliono mesi, altre volte anni. Ma è come se al puzzle di cui è composta la tua vita avessero tolto un pezzo, anche piccolo, e sai che non importa dove potrai viaggiare o chi potrai conoscere, il puzzle rimarrà sempre incompleto.
I distacchi mortali lasciano con il groppo in gola. La morte è per sempre, fino a che il sempre non muore. E quando sia noi che il sempre sia che noi saremo morti, ma ci sarà soltanto spiaggia lunga dal mattino alla sera, nessun'onda e nessun mare, soltanto noi che corriamo nella spiaggia dentro al sole.

"Le stagioni nel sole continuano con te."

mercoledì 9 settembre 2009

09/09/09



Ti svegli, e fuori è buio. Stavi facendo un bel sogno. Parlavi con amici in maniera rilassata del futuro e rincorrevi un aquilone.

Le tre sveglie puntate sulle sei e trenta che creano l'effetto di un attacco termonucleare ti riportano come una fionda alla realtà, che è ben peggiore di un incubo. Guardi la data sul cellulare.
E' il 9/9/09.

Tra due ore dovrai dare l'ultimo esame della tua laurea. La tua vita può cambiare nel giro di venti minuti, e non c'è nessun posto in cui tu possa fuggire da questa verità implacabile.
Respiri lunghi nell'aria della stanza che sa di tempo passato, che non profuma di quel momento. La lucidità ti piomba addosso come un mantello freddo, e il cuore pompa a mille.
Ti accorgi con un pizzico di ironia che nella tua vita le ore sei e mezza hanno sempre avuto un'importanza trascurabile, anzi diciamo che è come se voi due foste due parenti che abitano dall'altra parte del Mondo e si vedono raramente.
Avevi già programmato di andare a correre appena sveglio, perchè ieri sera avevi letto un articolo : il modo migliore per ossigenare il cervello è, appena svegli, correre un quarto d'ora.
Senza colazione, senza lavarsi. Correre. Per una vita ai 100 all'ora.
E allora giu di corsa, con il buio e con l'aria frizzantina. Accendo l'ipod e parte una canzone di Ligabue carica. Buon segno. Corro e il buonumore aumenta ogni passo, accertandomi che non mi veda nessuno mimo nell'aria il gesto di un pugile, ma mi rendo conto di essere ridicolo e mi limito ad un destro-sinistro-gancio.
Torno in casa, mi tolgo i vestiti, mi faccio la doccia, e il buonumore è svanito chissà dove.
Divento improvvisamente molto lento, calcolo i movimenti. I vestiti, la camicia, le calze, i pantaloni, le mutande, già pronti dalla sera prima.
La procedura di vestizione mi ricorda sinistramente la vestizione di un morto. Indosso i jeans, mi abbottono la camicia, mi accarezzo la faccia, come se dovessi separarmene tra poco.
La sensazione è anche quella, già mi vedo andare alla cattedra, lavato, profumato con unguenti, sento il rullo di tamburi e il cuore che batte, e l'ora della mia esecuzione che si avvicina. Vedo un prete vestito di porpora che passa vicino alla mia sedia e pronuncia frasi in latino gettandomi in faccia il fumo dell'estrema unzione e facendomi tossire.
Metto le scarpe, con aria rassegnata, apro la porta di casa, e la sento chiudersi.
Arrivo all'università e mi sento i vestiti addosso come una scarpa scomoda, cammino e riconosco in me un'andatura goffa e confusa. Entro nell'aula, è già un bordello di voci contrastanti, tutti pronti ad instillarti più dubbi che certezze.
Mi rifugio in un angolo, apro i libri, mi viene il vomito. Non trovo lo statino. Non trovo il libretto. Ho l'alito pesante, lo sento.
Accordo in mi minore che risuona nella testa, nell'aula, è dappertutto. Entra il professore.

Da quel momento tutto si svolge con l'andatura di un onda.
L'appello. Wooosh
Venga lei, è il primo. Wooosh.
Prima domanda. Wooosh. La so.
Seconda domanda. Wooosh. Mes e mes.
Terza domanda. Woosh. Non è nel programma, mi scusi. Brivido. Doppio Woosh.
Quarta domanda. Woosh. La so.
Si accomodi.
Wosh Wosh Wosh Wosh.

Non sono morto, posso togliermi la camicia.

venerdì 3 luglio 2009

News Flash - Cambiate le modalità di intervento tramite Decreto 17872-bis



Apprendiamo tramite l'ANSA delle 14.51 che La "Special Journalist Wheels for Mr. Berlusconi è stata sostituita tramite un decreto-legge-istantaneo, comunicato al Parlamento dallo stesso Presidente del Consiglio tramite un sms.
Il modello della ruota resterà lo stesso, ma avrà al suo interno alcuni lievi modifiche.
Si chiamerà "Silvio's Lucky Wheel"

Vertice del G8 : Ecco come interverranno i giornalisti



L' otto Luglio apre il G8 de L'Aquila.
Più di 2.000 giornalisti stranieri accreditati seguiranno l'evento.
Sul sito del G8 sono state chiarite le nuove modalità mediante cui, durante le conferenze stampa, i giornalisti potranno rivolgere le domande al Presidente Silvio Berlusconi.
Verrà infatti usato un'innovativo e sofisticatissimo apparecchio chiamato "Official G8 Journalist Wheels for Mr. Berlusconi."
Vista la grande quantità di domande compromettenti a cui il nostro Presidente del Consiglio può essere sottoposto si è deciso di rendere il tutto un pò più divertente e colorato. Il giornalista dovrà quindi girare la ruota e fare la domanda su cui la lancetta si fermerà.


martedì 30 giugno 2009

Spreading Persepolis



Le immagini sono le stesse del fumetto "Persepolis" di Marjane Satrapi, poi adattato nell'omonimo lungometraggio di animazione. Lo scenario è invece l'attuale scenario iraniano, riadattato tramite collage per dar vita al conflitto politico e sociale che si consuma in questi giorni.
L'indirizzo web è www.spreadpersepolis.com
Il fumetto è disponibile solo online, consultabile sia dal sito sia in formato .pdf.

domenica 28 giugno 2009

Fai schifo, rimarrai per sempre nel mio cuore.

Micheal Jackson è stato accusato di aver abusato sessualmente di un minore. Micheal Jackson feccia.
Micheal Jackson è morto. Viva Micheal, per sempre nei nostri cuori. La tua musica vivrà per sempre con noi.
Il meccanismo della beatificazione nel mondo dello spettacolo è un fenomeno risaputo e accertato, ma nel caso di Micheal Jackson assume eco planetario.
E' successo così. E' successo che un bambino dalle qualità sceniche irresistibili fosse predestinato a raggiungere un successo strepitoso in un'età in cui un normale essere umano si affaccia alla vita. A undici anni Micheal Jackson era in testa alle classifiche e con il gruppo dei suoi fratelli, i Jackson Five, girava l'America. Accadde che quel bambino si tramutò nell' "alieno", semplicemente l'artista musicale più famoso di tutti i tempi.
Mai come nel caso di Micheal Jackson però l'opinione pubblica aveva rinnegato l'affetto e l'ammirazione a causa di uno scandalo. Viene accusato nel 2003 da Gavin Arvizo di aver abusato di lui nel Neverland Ranch. Il pubblico gli volta le spalle, e la ferita non è una di quelle che si rimarginano.
Il portone d'oro massiccio da cui era entrato da idolo, da icona della musica nel Mondo, da benefattore e promotore di azioni benefiche, quella stessa porta lo conduce in un inferno personale, dove non c'è che silenzio, dolore e rimpianti.
Micheal bussa di nuovo al portone, vuole organizzare 50 concerti in giro per il Mondo, per riscatto personale, ma anche perchè è oberato di debiti. E' troppo tardi.
Torna dentro quella porta il 25 Giugno 2009, in una bara.

"E sai cos'è la morte? La morte è una livella!"
Firma inesorabilmente gli epiloghi delle vite comuni come di quelle leggendarie, e appiattisce tutto quello che un uomo ha fatto in vita. Anche gli scandali e i gossip attorno alla parabola di un esistenza tormentata come quella di Micheal Jackson.
La fine sufficentemente tragica e inaspettata commuove il Mondo intero, il pubblico si stringe attorno a lui, e le loro lacrime cancellano come una gomma tutto ciò che di male si è detto.
Il mito è salvo.

giovedì 25 giugno 2009

Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu.


Cantava queste parole Caterina Caselli. Ed è quello che continua a ripetere il nostro Presidente del Consiglio in questi giorni densi di notizie e di attualità. Un disco rotto che va avanti in continuazione, un copione che non cambia, una musica che ristagna.
Il nostro capo del governo è bersagliato in casa e oltre confine da accuse, critiche, e attacchi di vario tipo. Lui risponde a muso duro ai sovversivi complottisti, dichiarando che è tutto uno stratagemma per impedirgli di svolgere il suo lavoro.
Tuttavia la sua popolarità è in caduta libera, e gli ultimi risultati elettorali ne sono la diretta conseguenza.
Io però andrò contro la moda del momento, e verrò in aiuto di Silvio.
Dirò che a me Berlusconi sta simpatico. Quando ha appellato Barack Obama "giovane e abbronzato" io, pur sentendomi in colpa, ho riso.
Alzi la mano chi, quando l'Italia ha vinto la coppa del Mondo, non avrebbe voluto vederlo in tribuna a sbracciarsi e a fare chissà chè, con quel suo faccione incipriato. Avrebbe fatto le corna alla Merkel in semifinale. Pensa cosa avrebbe fatto con Chirac! Almeno qualche schiaffetto sulla crapa pelata, alla Lino Banfi.
Invece ad accogliere la nazionale c'era quel muso lungo di Prodi, così eccitato da farsi venire il singhiozzo.
E' successo a tutti di invaghirsi della figura di Silvio Berlusconi. E come si può non farlo?
Berlusconi è ricco, si è fatto da sè. Cominciando dall'animatore per barche da crociera!
E' carismatico, ha sempre la battuta pronta.
Ha più di 70 anni e ne dimostra 20 di meno!
E' l'uomo giusto per questi tempi di crisi! Hai visto come è stato pronto e reattivo giù in Abruzzo.
E poi scusa, chi vuoi votare? Quei rossi del Partito Democratico? Quelli ci rovinano! Sono degli incapaci! Meglio un uomo forte, che sa cosa vuole, sicurò di sè! Avanti tutta!

Ognuno di noi ha fatto qualcuno di questi pensieri. Ed è normale. In tempi di crisi l'uomo forte fa presa, e l'iper - italianità di berlusconi piace anche in casa. Tutti avremmo voluto Silvio come amico, e faccio mia la prima pagina della più creativa testata giornalistica italiana, Libero, che titolava qualche giorno fa : "Siamo tutti Berlusconi".

Purtroppo, arriva un momento, in cui la maschera del clown cade. E' come se avessimo tutti in casa un busto-marmo di Silvio. E ad un certo punto, lo sentiamo. Crash! E' caduto.
L'ideale si frantuma e per un paio di giorni dondoliamo sconfitti e delusi, forse non volevamo neanche sapere, forse ci bastava saperlo immacolato e unto dal Signore, forse preferivamo ridere alle sue battute.
Eppure, anche noi che pensavamo per tutta la vita di non volerci interessare della scena politica, noi che avevamo già perso fiducia ma...meno male che Silvio c'è, e Forza Italia e..e..
Fulminati sulla strada per Damasco.
In quel momento, ci rendiamo conto pian piano di tante cose. Situazioni lampanti, ed evidenti nella loro semplice linearità. Così evidenti che uno quasi le da per scontate, e ci si abitua. Vorrei provare a ripassarle.
Primo. L'uomo che governa un paese in democrazia non può avere il controllo del 90% delle televisioni statali.
Secondo. Quest'uomo non può possedere dei giornali. Insieme alle televisioni in questo modo potrebbe controllare parte dell'opinione pubblica. Studi confermano che la maggioranza degli italiani non naviga su Internet, e ancor più grande è la fetta di italiani che non legge più di un giornale.
Terzo. Quest'uomo non può governare se è stato prima processato, e successivamente e definitivamente condannato. Corruzione, falso in bilancio, falsa testimonianza.
Quarto. Può sostenere che le accuse che gli sono state rivolte negli ultimi giorni sono una persecuzione messa in atto dalle toghe rosse, e che dietro Patrizia D'addario ci sia dietro un mandante, può frequentare donne molto più giovani di lui. Può farsene dieci, cento, mille. Ma non può sostenere che gli attacchi provenienti da ogni angolo del Mondo siano una cospirazione rossa, un complotto ordito alle sue spalle.
I puttanieri veri ammettono di esserlo e ne vanno fieri, è ora che anche lui dica : "Si, me le sono fatte tutte", e la mossa non sarà sicuramente sbagliata. Se tuttavia ha prove su un mandante, presenti queste prove e saranno valutate. Oppure stia zitto e chieda scusa, come fece Clinton per un innocente caso di indumenti sporchi.
Quinto. Seguendo questa linea di pensiero, perchè non ammettere di utilizzare il Parlamento Italiano per il soddisfacimento dei suoi bisogni legali? Voglio dire, è lampante che in questi anni di governo Berlusconi si sia prevenuto da qualsiasi scossone, legale e non. E allora la smetta, di prendere in giro noi e forse anche se stesso. Perchè non può continuare ad infangare con le sue scarpe sporche di scandali e peripezie legali l'Italia in giro per il Mondo. E se lo fa, non in mio nome.

Ripercorrendo la storia italiana ci accorgiamo del ciclo ricorsivo del tempo. Berlusconi scende in campo nel '93 nel "vuoto politico". Mani Pulite decima il governo. Berlusconi riempie questo vuoto, ed è subito trionfo. La storia la sappiamo tutti, ed è inutile negare che il tempismo non gli è mai mancato. L'uomo giusto al momento giusto.
Oggi la storia si capovolge. Oggi abbiamo un uomo che si deve difendere da un opinione pubblica che incalza. Il vento si è alzato, e ha creato un'onda che forse non si è ancora infranta del tutto sulla terraferma. Questa sarà forse l'onda che fara sì che quell'uomo non potrà più riprendersi dallo scandalo. Continuerà a governare, ma la sua credibilità politica è finita, ed è come azzoppato.
Purtroppo non c'è nessun Mani Pulite, nessuno scandalo capace di detronizzare un uomo che si è costruito uno scudo attorno. Neppure capace di detronizzare l'uomo che ha fatto dell'immagine il suo successo, l'uomo che i libri di studieranno a lungo dopo la sua morte.
Il Lodo Alfano certo. Ma non solo. Silvio Berlusconi è al governo con un partito che senza di lui non sarebbe nulla. Il carrozzone cesserebbe di esistere. Noi lo abbiamo votato, noi lo abbiamo voluto, abbiamo permesso che avesse la maggioranza-carrozzone che ha. Loro se lo tengono, e ce lo teniamo anche noi.
Dall'altra parte della palizzata sarebbe il momento per il gemello segreto di Silvio Berlusconi di farsi avanti, un momento ideale.
Un leader dell'opposizione carismatico certamente potrebbe minacciare il suo bunker. Un'opposizione che getti anch'essa la maschera di moralismo e piagnisteo che troppo a lungo si è tenuta addosso, e sia anch'essa più decisa nelle sue scelte e fornisca una valida ALTERNATIVA.
E' questo che manca. Un'alternativa.
Solo una lunga serie di detrattori, di anti-berlusconiani. E la non indifferente carovana di italiani che si svegliano solo quando viene toccato il loro portafoglio. E ancora si parla di moralità.
Gli italiani interessati all'attualità sono nella loro quasi totalità anti-berlusconiani. Chiunque che si dice amante della democrazia è anti-berlusconiano. Ma nessuno fa il passo successivo. Ovvero dall'anti-berlusconismo passare al contrattacco. Qualcuno di serio, competente, che riporti negli italiani un sentimento di buon governo, riporti negli italiani la fiducia della buona politica. O almeno di una politica non totalmente interessata a fare i propri interessi. Talmente è ardua la ricerca di un papabile candidato che non mi addentro neanche nell'analisi dei vari schieramenti.
Nel video di cui metto il link a fondo pagina, un documentario che analizza la figura di Berlusconi, una giornalista inglese davanti a Montecitorio dice, poco prima che passi la legge sul lodo Alfano : "E' quello che fanno in Italia ultimamente al governo, ci si prende cura di Berlusconi".

Lo vedete sulle pagine dei giornali, lo sentite nei Tg in cui non si "prendono cura di Berlusconi", come quello del generoso e magnanimo Minzolini. Lo pensate tutti, ma nessuno lo dice.
In qualsiasi Paese democratico, il Premier si sarebbe dimesso. Ma non in Italia.
La credibilità politica è tutto.
Come può un uomo che è stato condannato per corruzione sedersi di fianco a Obama e parlare di politica internazionale? Come può un uomo condannato più volte per falsa testimonianza parlare di legalità? Come può un uomo che è in mezzo a storie di escort e festini in villa parlare di lotta allo sfruttamento della prostituzione e di battaglia contro il barbaro ideale di donna-oggetto? Lui che è l'utilizzatore finale.
Può farlo. Qui, nel Bel Paese, può continuare a farlo. E lo continuerà a fare, almeno fino alla fine del suo mandato.
L'Italia è come una scimmia nuda in gabbia. Tutto il resto del Mondo è fuori che guarda. E ride.

Link al documentario Citizen Berlusconi
Servizio della Cnn sull'inchiesta di Bari

sabato 20 giugno 2009

PRESENTAZIONE

Ciao a tutti. Scrivo questo post per presentare LA PAROLA NELLA FOLLA. Come ogni blog nasce da un desiderio di presentare in modo costruttivo parole e pensieri che senza l'impressione su foglio o in questo caso su schermo, non troverebbero terra per piantare radici.
LA PAROLA NELLA FOLLA non si propone di essere un blog di attualità aggiornato costantemente, ma semplicemente uno spazio di riflessione e discussione temporaneo.
Prendere coscienza di ciò che ci circonda è il modo migliore per avviare riflessioni interne e contrastare il crescente fenomeno dell'insipidità mentale. Nel web come tra la folla non esistono tematiche preferenziali, ma solo ciò che il passaparola ha saputo riportare. E' poi compito della persona tradurre questo passaparola in ricerca di una molteplice informazione, caratteristica essenziale del pensiero libero. Segue la rielaborazione, processo intimo e profondo, attraverso cui si forma l'opinione. Quell'opinione che se è guidata dal principio cardine della ricerca della verità, non può essere un'opinione inutile, nè biasimabile. Dice un vecchio motto: "Tutti sono utili, nessuno è indispensabile".

I commenti e i suggerimenti, e ancor più le critiche, purchè costruttive, sono naturalmente bene accetti, e incoraggiati!
Grazie a tutti.