martedì 21 settembre 2010

Il Top.


"Tu sei il Top
Sei la discografia dei Radiohead
Sei il breakfast quando te lo portano al bed
Sei il sacro e il profano
il vaccino e il richiamo
Sei il re della foresta
quell’ora prima di andare a una festa
sei la quiete, la mia tempesta,

Tu sei il Top
Sei la meta e la metà
la parte per il tutto,
il Tuttosport, il tuttosommato,
la vodka sul gelato,
il fritto misto, il vitello tonnato,
Sei l’aria distratta che mi ha innamorato,
Sei quando siamo sul più bello
la terza corda del violoncello
l’estate scorsa a Castiglioncello,

Tu sei il Top
sei la mia misura,
sei una small-un’extralarge senza paura,
sei attillata al mio cuore
plissettata ai miei sensi
ricamata nei miei ricordi
sei Ugo Tognazzi, sei Alberto Sordi…
sei l’ora che volge al desìo
l’ipotesi ch’esista un dio
la certezza che esisto anch’io…

Tu sei Top
Sei le intuizioni di Carmelo Bene
la sua distanza dai delitti e dalle pene
dalla gente per bene
da chi ti regala un osso, chi ti regala un rene,
l’elettorato che si astiene…
Sei l’acquolina e la sazietà
l’età di mezzo, la varietà,
Sei un capriccio di Paganini,
Raimondo Vianello…la Mondaini…
Sei quando piove tra via Roma e via Mazzini

Tu sei il Top
Sei il colore che mi sta meglio
Il sogno ricorrente
Sei un mezzosoprano…Un bel sottotenente…
Sei l’anima furbetta di Jovanotti
Sei quando i rigatoni son lì lì…e poi…son cotti!!
Sei la carbonara,
De Sica e la Ciociara,
tuttigiùperterra,
il Grande Freddo, la Grande Guerra,
quella temperatura che trovi solo in una serra…

Tu sei Top
Sei il ticchettìo di Fred Astaire
Il Cuore a nudo di Baudelaire
quello matto di Little Tony
Sei i 4 accordi che impari…e poi suoni…
La notte più chiara, il giorno più nero,
la camicia aperta di Tony Manero
le orme sulla neve in quel sentiero…

Tu sei il Top
Sei il mio stile, sei il mio look,
sei Palazzeschi…sei Palahnjuk,
Sim sala bin…sei Kim Ki Duk!!…
Sei l’America, in cui c’era una volta, di Leone,
sei la pappa, col pomodoro, della Pavone,
sei la terza B…l’Aspirina C
la promozione in serie D
l’entrata a gamba tesa, la lista della spesa,
d’Amalfi la più contessa, tra tutti la più contesa,
l’acqua in faccia della doccia
tutto il contrario di quello che scrive Moccia,
il finale della Spada nella Roccia
Sei la rianimazione del cartone in coma
la Retromarcia su Roma
la prima cosa bella che ho avuto dalla vita….
"è il tuo sorriso giovane e sei tu"…

Tu sei il Top
Sei il singulto del single
l’indulto che diventa culto
la pena preventiva
il viaggio di Felicia/ la mia partita I.V.A.
la piccola ondina quando svanisce a riva…
Sei polpa e succo dell’ananàs
il mare inquieto della Duras
“quan chem’astufiu e vadu a fé dui pass”…

Tu sei il Top
Sei la rabbia dolce di Silvia Platt
Il codice Pin del mio Bankomat
I programmi notturni di Rai Sat
Sei il fiocco sul regalo
il gomitolo e lo spago
domenica ti porterò sul lago…
sei Sarah Kane, sei Saramago,
scegli quello che vuoi… che intanto io pago!
Tu sei il Top
Sei quel che m’era sfuggito…
Il mio puzzle mai finito
2 Campari Soda e 3 Mojto
sentire recitare l’infinito…
Sei quando nel pensier mi fingo
come Clint Eastwood nei panni di Ringo
l’esultanza di chi grida Bingo!!

Tu sei il Top
di Bertold Brecht sei la lungimiranza
sei tutti gli oggetti di questa stanza
il pavimento per la mia danza
sei Calimero…la Miralanza
Sei le stagioni che son 4 sulla pizza…
e i matrimoni dentro i film di Kusturizza…
Sei quando taci o sei loquace
E più mi sfuggi e più mi piace
facciamo la guerra facciamo la pace
del 2010 sei la tessera Aiace…
la mia vongola verace…la mia sbronza di Riace…

Tu sei il Top
Sei la cartuccia nuova della stampante
Il cavallino rampante come il barone
l’insegna accesa del baraccone
lo zucchero filato, quello defilato,
vengo meglio da questo lato!
Sei il calcinculo del Luna Park
le creste dei Punk, le croste dei Dark
il giorno in cui non faranno più Quark!!
Sei più ferma d’un geco
più specifica di Umberto Eco
più immutabile d’una commedia di Cecov
Sei la Palma di Cannes, Il Leone di Venezia, l’Orso di Berlino,
tutti i pelouches che vorrebbe un bambino,
Sei una malattia rara,
una malìa, un’omelette, una zanzara,
il pranzo di Babette…un colpo di lupara!!"

Michele di Mauro - Tu sei il Top.

lunedì 6 settembre 2010

Curtains off

Il sole comparì alle sei e tre minuti. I suoi occhi erano già aperti, e da tempo osservavano i contorni del mondo che la circondava che di secondo in secondo si delineavano con un tratto più netto. Era come se stesse osservano le numerose passate di colore che servono ad un quadro per prendere forma sulla tela. Poteva osservare ogni singola spiga di grano delinearsi nel campo davanti a lei, le nuvole in cielo tingersi da blu scuro a azzurro chiaro e la goccia di rugiada sul filo d'erba di fronte al suo viso caricarsi di luce come una lampadina.
Le case dei contadini giù in fondo alla valle, con i tetti rossi e irregolari. Gli uccelli nell’aria che già volavano come in ritardo. I rumori del bosco vicino. Il fiume in lontananza.
E poi c'era il sacco a pelo. Ecco, come dimenticarsene. Quel sacco a pelo blu vicino al suo. C'era la sua mano in quella di un altro individuo che incurante di tutti questi particolari riguardo al Mondo a lui circostante, dormiva silenziosamente, in un silenzio quasi ostinato.
Insieme al mondo in quel momento tornavano nitide innumerevoli immagini, sensazioni, ricordi e odori. Come se lentamente il suo corpo si stesse svegliando da un letargo durato molto tempo. La sua memoria era come una fisarmonica da cui le pieghe traboccavano di appunti relativi alle più svariate situazioni.
Gli appariva tutto un tantino sopra le righe, quasi ingiustificato. Il peso che quel risveglio stava assumendo, l’effetto che stava avendo su di lei le pareva eccessivo.
Provò a lasciare la presa sulla mano, come per interrompere la corrente di pensieri che la legava al sacco a pelo blu. Fu come cercare di aprire una porta e rimanere con la maniglia in mano.
Ai pensieri tristi che quella mattina portava si aggiunse un senso di distacco amaro e gelido. Tirò un sospiro e guardò il cielo sopra di lei che era impassibile come una guardia da grandi cerimonie.
Fu nel cielo che si specchiò la lacrima che cominciò a scendere lungo gli zigomi, e poi un’altra e un’altra. Furono lacrime silenziose, lacrime rassegnate senza rabbia. Quelle che scavano i solchi più profondi. Chiuse gli occhi sperando di fare una magia e cancellare quelle lacrime con un trucco da prestigiatore.
Ma le lacrime continuavano a specchiarsi.